Approfondimenti

Mobbing
Definizione e caratteristiche
Per mobbing si intendono tutti quei comportamenti, che vanno a ledere il benessere psicologico di un individuo. Nell'uso comune, ci si riferisce a questo termine soprattutto in ambito lavorativo, quando una "vittima" percepisce che una o più persone agiscono in modo diretto o indiretto contro di lei.
Ma la domanda che vogliamo porci in questa sede è:il mobbing è un problema clinico, dell'individuo, oppure un problema dell'organizzazione, dell'azienda, con le sue regole e la sua gestione?

Il modo in cui ci si pone una domanda su un fenomeno, influenza inevitabilmente il metodo con cui si intende affrontarlo!

Ciò che è innegabile è che, la violenza psicologica sul luogo di lavoro, ha ripercussioni su più livelli e su più protagonisti:

  • individuo direttamente coinvolto (ripercussione sull'immagine professionale, sul benessere personale e sulle relazioni sia familiari che personali)
  • gruppo di lavoro (aumento disarmonia, conflittualità, aumento del senso di sfiducia, di insicurezza, problemi relativi alla comunicazione ed alla produttività)
  • organizzazione (a rischio efficienza ed efficacia, qualità e quantità della produzione o del servizio, clima di dissenso)

Qui, dunque, per Mobbing, vogliamo intendere l'esito di un processo relazionale tra due o più persone, che tende a definire l'identità di un mobber (il carnefice) e di un mobbizzato (la vittima).



Analisi e intervento
Ovviamente ogni storia ha le sue dinamiche ed il suo funzionamento, ma possiamo affermare, basandoci su esperienze e conoscenze, che gli aspetti generali, sempre presenti in questo ambito e su cui occorre intervenire sono:

  1. RIGIDITA' DEL PROCESSO: le parti che compongono un sistema sono interconnesse tra loro e quindi, se io introduco un piccolo cambiamento in una delle parti, tutto il sistema cambia: viceversa, se niente cambia tutto rimane così come è. In altre parole le azioni della vittima mantengono e/o alimentano quelle del carnefice, e quelle del carnefice mantengono le reazioni della vittima, per interrompere il meccanismo è necessario introdurre un piccolo cambiamento. Quindi comportamenti molto diversi tra loro per caratteristiche e finalità, ma che in qualche modo contribuiscono a mantenere fermi i ruoli degli attori del mobbing ed il loro disagio. Il primo urgente intervento che occorre attivare sarà dunque l'introduzione del CAMBIAMENTO, non importa a che livello e chi ne sarà il protagonista, l'importante è rompere la rigidità del sistema.
  2. CIRCOLARITA': gli effetti diventano cause e le cause effetti. Se inizialmente c'è un "carnefice" che agisce in modo psicologicamente violento su una potenziale vittima, dopo poco si crea una dinamica tale che non è più conoscibile la causa scatenante e tanto meno i comportamenti che hanno dato vita a questo rapporto disfunzionale. Il secondo intervento sarà dunque quello di rompere questa circolarità, e questo non è fattibile dall'interno del sistema, ma diviene realizzabile solo attraverso un intervento esterno.
  3. TIPO DI RELAZIONE: esistono relazioni dette complementari ed altre definite simmetriche, che non sono affatto patologiche per definizione ma lo diventano se irrigidite. Ne caso del mobbing avviene proprio questo. Di solito infatti il mobber vuole dominare il mobbizzato attraverso vessazioni dirette (offese, allusioni…) ma anche indirette (pettegolezzi…). Se la vittima rifiuta tutto questo, da vita ad una relazione simmetrica (una sorta di sfida), se l'accetta crea invece una complementarietà (subisce). Detta così sembra quindi che non vi sia via di uscita, in realtà l'unico modo per ovviare a tutto questo è la non rigidità che troverà alleati in una comunicazione efficace e nelle strategie da mettere in atto.      
Troppo spesso viene tirata in ballo anche la tempistica; si può parlare di mobbing dopo 6 mesi di azioni mobbizzanti con cadenza settimanale, oppure come altri invece sostengono, è sufficiente molto meno tempo nel caso in cui le azioni vengano messe in atto quotidianamente?
In realtà è improponibile parlare di tempistica rispetto ad un fenomeno che si costruisce sulla base di percezioni individuali e soggettive, che può avere un processo lungo e silente oppure un impatto forte e distruttivo.
Sicuramente più si tarda ad intervenire e maggiormente i fenomeni sopra descritti; rigidità, circolarità, simmetria o complementarietà, si strutturano dando origine a comportamenti e stili comunicativi sempre più distruttivi.


Conclusioni
Chiunque; organizzazione, azienda, diretto interessato, spettatore….può richiedere una consulenza, un intervento nel momento in cui ci siano dubbi, difficoltà, disagio all'interno di un qualsiasi contesto lavorativo. Non dobbiamo necessariamente aspettare che la situazione sia palesemente critica. Se è vero che la singola percezione di ognuno contribuisce a mantenere la problematica, è altrettanto vero che la stessa percezione può creare il cambiamento e giungere alla soluzione!

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